venerdì 21 febbraio 2014

Renzi scioglie la riserva e presenta la squadra Governo light: 16 ministri , 8 sono donne

Renzi scioglie la riserva e presenta la squadra Governo light: 16 ministri , 8 sono donne

AL QUIRINALE

Renzi scioglie la riserva e presenta la squadraGoverno light: 16 ministri , 8 sono donne

Da Napolitano con un giorno di anticipo, smussati gli angoli con il Nuovo Centrodestra. Lunedi il voto di fiducia al Senato

Matteo Renzi, nuovo presidente del Consiglio

La riserva e stata sciolta: Matteo Renzi e il nuovo presidente del Consiglio, alla guida di una squadra snella di 16 ministri, tra cui otto donne. Il nuovo esecutivo nasce sulle ceneri del governo Letta: ne eredita sostanzialmente la stessa maggioranza ma si ritrova con in piu una certa apertura di credito da parte di Forza Italia, che ancora oggi ha ribadito che restera all’opposizione, ma che in questi giorni tutto sta facendo fuorche opposizione dura al segretario del Pd. I nuovi ministri giureranno sabato mattina nelle mani del presidente della Repubblica. L’esecutivo dovra ora superare lo scoglio del voto di fiducia, ma sistemate le caselle dei ministeri e ricevuto il benestare del Quirinale, il passaggio parlamentare non dovrebbe ora riservare particolari sorprese. La prima parola spettera lunedi all'Aula del Senato, dove la maggioranza e piu risicata; poi martedi tocchera alla Camera, per un passaggio perlopiu formale visti gli ampi numeri su cui puo contare il solo Pd.

I VOLTI NUOVI - Prima di presentarsi davanti alle telecamere, Renzi e rimasto circa due ore e mezza a colloquio con Napolitano. Molti i volti nuovi della squadra. Ad eccezione degli esponenti del Nuovo Centrodestra (Angelino Alfano al Viminale, Beatrice Lorenzin alla Salute e Maurizio Lupi ad Infrastrutture e Trasporti) di Dario Franceschini, che va alla Cultura, e di Andrea Orlando, che passa dall'Ambiente alla Giustizia, tutti gli altri componenti dell’esecutivo sono alla loro prima esperienza ministeriale. Due di loro, come lo stesso Renzi, sono under 40: Marianna Madia alla Pubblica amministrazione, Maria Elena Boschi alle Riforme e Rapporti con il Parlamento. E appena quarantenne e Federica Mogherini, neo ministro degli Esteri. Altre donne in ruoli chiave sono Stefania Giannini, Federica Guidi, Roberta Pinotti (per la prima volta ministro ma gia sottosegretario con Letta) e Maria Carmela Lanzetta, che vanno rispettivamente all’Istruzione, allo Sviluppo Economico, alla Difesa e agli Affari Regionali. Per la prima volta in un ruolo politico attivo ci sono poi il presidente in pectore dell’Istat, Pier Carlo Padoan, a cui e stato affidato il ministero dell’Economia; e Giuliano Poletti, gia presidente di Legacoop, che si occupera di Lavoro e Welfare.

Arrivo, arrivo! #lavoltabuona

L'ATTESA, POI IL TWEET - Renzi si e presentato da Napolitano con un giorno di anticipo sul previsto, con una lista di ministri che fino all’ultimo e stata soggetta a rifiniture. E il colloquio con il capo dello Stato e durato, come detto, piu di due ore e mezza, un tempo lungo che secondo molti e servito per convincere il presidente della validita dei nomi (ipotesi poi smentita dallo stesso Napolitano che ha spiegato come quel lungo intervallo sia servito in realta per un lavoro in parallelo e, in particolare, al premier incaricato per mettere a punto la versione definitiva della squadra). Poi era stato lo stesso Renzi a sdrammatizzare la lunga attesa con un tweet: Arrivo, arrivo! #lavoltabuona.

Napolitano: La mano sul fuoco in Italia non si puo mettere, speriamo tutto vada per il meglio

LE ULTIME TRATTATIVE - Alla fine dunque tutte le caselle sono state riempite e ogni mugugno tra le forze di maggioranza e stato sopito. Il Nuovo Centrodestra in particolare, che ancora giovedi puntava i piedi e parlava di criticita nel programma, ha rinunciato alla vicepresidenza in cambio della conferma dei suoi tre ministeri e di una sorta di clausola di salvaguardia che subordini le nuove elezioni non solo ad una nuova legge elettorale ma anche alla riforma del Senato, evitando cosi il rischio di un’accelerazione verso il voto una volta dato il via libera all’Italicum (che ai centristi non piace).

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