mercoledì 26 febbraio 2014

La piccola Sara, la bambina rubata

La piccola Sara, la bambina rubata

La piccola Sara, la bambina rubata

Rapita e portata in Egitto dal padre. La madre non la vede dal 2010

Sandra non vede la sua bambina da ormai quattro anni, dal 9 gennaio 2010, quando suo padre l’ha prelevata dalla sua casa di Milano e l’ha portata via in Egitto. Ma la storia della piccola Sara non e la storia di una bimba contesa: tutte le autorita giudiziarie italiane ed egiziane hanno stabilito che la bambina e affidata alla mamma e in capo al padre, un egiziano, pende un’ordinanza di custodia cautelare e un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minore. Solo che nessuno esegue i provvedimenti emessi e la madre, Sandra Fardella, si batte disperatamente per veder riconosciuti i suoi diritti e poter riabbracciare sua figlia. Sono sola, sono stata lasciata sola. Le autorita italiane ed egiziane mi prendono per i fondelli da quattro anni. Arrivo fino ad un certo punto e poi quando si tratta di eseguire i provvedimenti trovo un muro di gomma. E come se tutti volessero che io lasciassi perdere. Ma io non posso e non lo faro.

NEL TUNNEL - Il tunnel di Sandra e cominciato dopo una telefonata dall’aeroporto di Malpensa del marito con cui era separata di fatto ma non giudizialmente. Le passa la bimba che balbetta poche sillabe prima che il padre le strappi via il telefono e metta giu. Sandra non comprende subito cosa sta succedendo poi pero torna a casa e non li trova. Spaventata prova a chiamare ripetutamente il padre di sua figlia ma non riesce a parlargli. Cosi alla fine va dai carabinieri che indagano e risalgono alla telefonata dall’aeroporto. Sandra capisce allora che il suo ex marito e volato verso l’Egitto portandosi via la bambina, nonostante non avesse il consenso della madre per l’espatrio. C’e riuscito illegalmente – accusa Sandra – si e fatto aggiungere la bambina sul passaporto nonostante il mio diniego formale. Guarda qua - dice puntando il dito su un documento – guarda a quanti mesi prima risale il mio diniego. La scrivania di Sandra e un tappeto di atti, provvedimenti, documenti. Sono riuscita ad avere l’affidamento di mia figlia dall’autorita giudiziaria italiana e in due mesi anche da quella egiziana. Il mio ex marito, chiamato in causa dalle autorita egiziane ha finto di essere disponibile ma mi aveva chiesto, anzi obbligato a ritirare la denuncia che avevo fatto contro di lui. Io l’ho fatto e lui e sparito di nuovo e non ha piu dato notizie di se. Intanto in Italia, nonostante lui avesse provato a diffamarmi dicendo che ero pazza e tossicodipendente, sono riuscita a dimostrare chi sono e il tribunale ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per sottrazione di minore e un mandato di cattura. L’Interpol pero non si e mossa. Mi sono rivolta a chiunque, perfino all’allora ministro degli esteri Frattini che prima mi ha assicurato l’intervento della sua task force internazionale, poi mi ha detto che aveva avuto delle soffiate sul fatto che il mio ex marito si fosse allontanato dall’Egitto e che della bimba non si sapeva piu nulla.

IL DOSSIER - Sandra ha cercato di farsi mettere queste informazioni per iscritto ma dice che dopo aver contattato la segreteria del ministro, le avevano detto che aveva capito male e che notizie non ne avevano. Anzi, una si e Sandra racconta che le fu riferita con una spietata leggerezza come a voler inventare l’idea di un mostro con cui liquidare quella madre cosi appassionatamente insistente: L’assistente di Frattini mi disse che Sara era stata rapita da talebani pedofili, dice ancora disgustata Sandra. Il carteggio di Sandra sembra un balletto di botta e risposta sempre uguali e un po’ schizofrenici dove vengono chieste sempre le stesse cose e vengono date sempre le stesse risposte. In tutto questo Sandra ha dovuto pagare un giro di avvocati egiziani spendendo parecchi soldi: Farei qualsiasi cosa ma ho speso tutto quello che ho e non ho molto. Forse se fossi stata ricca avrei gia riavuto indietro la mia bambina. Ormai ho capito che l’Italia preferisce restare inerme difronte a questioni che riguardano personaggi economicamente “comodi”. Il mio ex marito forse lo e perche lavora per un’immobiliarista che fa affari con italiani e poi suo fratello e un’autorita religiosa nel suo Paese. Sicuramente c’e gente che lo rispetta e fa cose per conto suo. Per esempio per un periodo ho dovuto cambiare casa perche ero perseguitata: ricevevo telefonate oscene da egiziani di continuo e a tutte le ore. Un’azione di stalking umiliante e violenta. Venivo seguita e avvicinata di continuo da uomini egiziani. Li ho anche fotografati e ho denunciato tutto. I carabinieri mi consigliarono di spostarmi e andare a vivere in un altro quartiere. Tutto questo finche non decisi di andare in Egitto e scoprire da sola dove fosse mia figlia. Andai al villaggio del mio ex marito a Bemem – Taala - Menoufia e capii che lei era li, con la sua nuova moglie, i nonni e le sorelle. L’ambiente non era dei migliori, eravamo guardati a vista. Basterebbe organizzare un blitz e riportarla da me. Anche se ora non so cosa pensa, cosa le hanno detto e non vorrei traumatizzarla.

LE INDAGINI - Anche per il pm della procura dei minorenni di Milano Annamaria Fiorillo non si tratta di un caso di minore conteso: Ci sono provvedimenti uguali e sovrapponibili di due autorita, quella italiana e quella egiziana che affidano il minore alla madre. Si tratta solo di eseguire i provvedimenti. Quali sono gli enti che dovrebbero attivarsiper far valere i diritti della madre? Mi sembra – risponde Fiorillo - che ci siano anche dei profili penali in capo al padre della bambina quindi la competenza e dell’Interpol che deve essere delegata dalla procura competente. C’e poi un ufficio persone scomparse presso il Ministero degli Interni e una direzione generale per la cura degli italiani all’estero presso il ministero degli esteri. Inoltre nel 2011 fu istituito il Garante per l’infanzia ha lo scopo di rendere operative le convenzioni internazionali a tutela dei minori e quindi di agire in concreto. Il Garante potrebbe avere un compito importante nel fare pressione presso i Ministeri dell’Interno e degli Esteri e le autorita diplomatiche. Il fascicolo di Sandra Fardella e pieno di sollecitazioni a tutte queste autorita, Garante per l’infanzia compreso, ma sono trascorsi ormai quattro anni e non e successo nulla. In Italia stare nelle regole – si sfoga Sandra - essere onesti, non paga. Io lo sono stata, ho fatto quello che si doveva ma e stato tutto inutile.

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