martedì 11 marzo 2014

La voce dei McDelusi

La voce dei McDelusi

Il tempo stimato per la lettura di questo post A di 8 minuto\i.

AAdi Silvia Pagliuca

Mc-dipendenti, caA chi li chiama cosA. Circa 24mila persone che in Italia, per il fast food piA famoso al mondo, riempiono panini, servono ai tavoli, puliscono e gestiscono la cassa.AUn paio di mesi fa, la messa in onda dei nuovi spot sulle opportunitA lavorative targate McDonaldas:

aMentre le riforme non partono e l’economia A ferma, gli italiani lavorano per fare andare avanti laItalia. Noi di McDonald’s saremo anche nati in America, ma oggi piA che mai ci sentiamo italiani perchA A con loro che lavoriamo. Insieme ai nostri fornitori e franchisee abbiamo giA creato 24.000 posti di lavoro. McDonaldas crede negli italiani!a a recita la voce fuori campo mentre crews (addetti in sala) sorridenti e volenterosi reggono cartelli che spiegano quanto sia bello essere impiegati nella grande M.

Eppure, basta parlare con chi nel fast food ci ha lavorato per davvero, per capire quanta retorica attraversi quelle immagini. CaA Matteo che A tornato a casa ogni sera, per cinque anni, con le mani, e i capelli, e gli abiti impregnati di fritto. Un odore sempre uguale, penetrante e nauseabondo, che lo accompagnava nello studio notturno. Chino sui libri preparava gli esami di ingegneria al Politecnico di Torino dopo ore passate tra cheeseburger e ali di pollo.

aEa stata dura, ma avevo un perchA. Ecco, credo che si possa sopportare un certo modo di lavorare solo se si ha un obiettivo piA grande da realizzarea a dice lui.AIngoiare rospi, per aiutare laambizione a non cedere davanti alle difficoltA economiche di famiglie anormalia che con la crisi non sono piA come quelle di una volta, capaci di pensare a tutto, per tutti.

Poi, caA Marta: aPagano puntuali tutti i mesi, A vero, ma abbiamo i minuti contati anche per andare in bagno: non piA di 58 secondi! Su ogni cassa, inoltre, caA un timer che controlla in quanto tempo il cassiere riesce a ultimare laordine. Il motto A non fermarsi mai, vendere il massimo nel minor tempo possibile!a

Storie come le loro sono state raccolte da Filcams Cgil, da sempre il sindacato piA avverso al colosso dei panini, nel sito Fastgeneration.it. aAbbiamo voluto questo spazio perchA ci fosse confronto, perchA A facile raccontarsi per bocca di un regista famoso (gli spot portano la firma di Gabriele Salvadores, ndr.), ma la realtA A ben diversa: McDonaldas non ha mai accettato uno scambio tenendo a zero le relazioni industrialia a spiega Fabrizio Russo, funzionario nazionale Filcams.

A sentire Antonio, anche lui ex crew che sulla gestione del lavoro nella grande catena caha scritto finanche la tesi di laurea, preferire personale giovane servirebbe proprio a questo: aPiA i dipendenti sono inesperti e minori sono le possibilitA che si coalizzino, che facciano ricorso al sindacato per protestare. Inoltre, solo i piA giovani, senza una famiglia sulle spalle possono accettare stipendi cosA bassi e turni cosA flessibilia.

Eh sA, perchA nonostante McDonaldas abbia recentemente incassato la qualifica di aTop Employers 2014a (certificazione internazionale che individua le aziende migliori in quanto a condizioni lavorative), pare che non tutto funzioni alla perfezione.

aLa questione non A se i dipendenti hanno o meno un contratto a tempo indeterminato perchA il problema sono le ore: tempi pieni non esistono piA, ci sono solo parziali a continua Russo – unaassunzione standard prevede 8 ore a settimana, dunque 200 euro al mese, al massimo 16 o 18 ore, ma A una raritA!a

Eppure, a consegnare alla multinazionale laambito premio, pare siano state proprio la possibilitA di formazione continua, la stabilitA dei contratti, le condizioni degli ambienti di lavoro e le possibilitA di crescita. A sentire la Filcams invece, da maggio, McDonaldas non applicherA piA neanche il contratto collettivo nazionale del turismo.

aLo ha disdettato ufficialmente facendoci pervenire la comunicazione dalla Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi e il malcontento, checchA ne dicano le pubblicitA, A sempre piA diffusoa a precisa il sindacalista.

I commenti lasciati su FastGeneration.it, in effetti, lasciano poco spazio ai dubbi: aturni lunghi anche piA di 6-7 ore senza pausa, demansionamenti di tutti i tipi, vessazioni e mobbing, obbligo di venire a lavorare durante i primi mesi di maternitA, divieto di prendersi giorni di congedo parentale, turni senza le 11 ore di riposoa, e molto altro ancora.

Bisogna precisare perA che i locali gestiti direttamente dalla multinazionale sono solo il 20%, i restanti 450 ristoranti sparsi per la penisola sono in mano a piccoli imprenditori. aRealtA molto diverse, difficili da confrontarea ha spiegato piA volte laazienda che difende il ricorso a contratti part-time, ritenendolo aassolutamente normale nel settore ristorativo e in linea con le esigenze dei lavoratoria.

Certo A che, a leggere il Merriam-Webster’s Collegiate, il piA venduto dizionario di lingua inglese negli USA, il aMcJoba viene definito come “un lavoro a bassa retribuzione che richiede scarsa abilitA e offre poche opportunitA di avanzamento”.

Ea la nuova catena di montaggio? Comunque la si veda, le assunzioni proseguono a ritmo continuo e sono in programma almeno 107 nuove aperture lungo tutto lo stivale. Per candidarsi: inviare un cv online o partecipare ai Mc Italia Job Tour. Prossima tappa: Marghera.

twitter@silviapagliuca

Articolo originale